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In Italia si studiano nuove tasse, in Australia gli effetti positivi delle sigarette elettroniche

24 Settembre 2013 in Notizie

Mentre nel nostro paese il dibattito sulle sigarette elettroniche si fa sempre più acceso, dall’altro lato del mondo, più precisamente in Australia, arrivano segnali decisamente diversi. Stando a quanto riportato su diversi giornali stranieri, infatti, sembra che il precedente governo Laburista abbia impegnato più di un milione di dollari per sovvenzionare un importante studio sugli effetti delle e-cig sulla salute. E qualora questo studio dovesse concludersi a favore della sigaretta elettronica, l’obiettivo dell’attuale governo sarà quello di sostituire gradualmente le tradizionali sigarette con le moderne digitali.

Una lotta contro il fumo, orientata alla salute. L’Australia sta conducendo oramai da tempo una durissima lotta contro il fumo, basti pensare che dal 1° dicembre dello scorso anno tutti i pacchetti di sigarette sono privi del marchio del produttore e ricoperti di avvertenze e immagini shock sui rischi connessi al fumo. Una decisione orientata ad eliminare completamente il “fascino” dal classico pacchetto di sigarette, con l’obiettivo di combattere e prevenire il tabagismo. Una scelta dura, che si è già scontrata, naturalmente, con i quattro colossi mondiali del tabacco: British American Tobacco, Philip Morris, Imperial Tobacco e Japan Tobacco. Ma che tuttavia ha avuto la meglio, quando l’Alta Corte Australiana ha respinto il loro ricorso, riscuotendo consensi a livello internazionale anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Un’apertura verso le sigarette elettroniche. Non si può certo dire che le sigarette elettroniche abbiano avuto vita facile in Australia. Nel 2009, infatti, periodo in cui le e-cig iniziavano timidamente a farsi spazio nel mercato, sono state subito messe al bando quelle  contenenti nicotina. Una precauzione insomma, rivolta ad un mercato allora poco conosciuto e pieno di dubbi. Mantenendo comunque una linea coerente orientata prevalentemente al benessere della popolazione, oggi è il governo stesso a sovvenzionare la ricerca per stabilire se effettivamente le sigarette elettroniche possano essere d’aiuto nella lotta contro il tabagismo.

I dettagli dello studio. Lo studio coinvolgerà complessivamente 1.600 fumatori e sarà svolto dal Centro Ricerche dell’Università del Queensland. Numeri impressionanti, che avranno bisogno di tempo per dare i loro risultati: le conclusioni dello studio sono infatti previste entro il 2015. Il Dr. Coral Gartner, che a breve guiderà la ricerca, si mostra decisamente positivo: “Questi prodotti avrebbero tutto il potenziale per garantire benefici in termini di salute se venissero utilizzati per sostituire le sigarette tradizionali. Sarebbe un vero peccato non esplorare le possibilità di come potrebbero migliorare la salute, cercando di minimizzarne gli effetti indesiderati”.

E in Italia? Una situazione ancora in stallo: l’ombra della tassa del 58,5%, in vigore da Gennaio 2014, si fa sempre più imminente. Associazioni impegnate in una lotta continua, divieti di pubblicità, negozi che chiudono. Una situazione paradossale, che non concede alle sigarette elettroniche il (dovuto) beneficio del dubbio, una situazione in cui gli studi scientifici a favore delle e-cig non sembrano avere voce in capitolo. O forse c’è qualcuno che fa finta di non sentirla.

Aggiornamento: L’università del Queensland sta rendendo noto che lo studio è stato finanziato e sovvenzionato dal National Health and Medical Research Council (NHMRC) e non dal Governo Australiano. 


Di Alessandro Raimondo

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