“Abbiamo combattuto contro la crisi, ora combattiamo per sopravvivere”.
A Milano AFE-COMM in difesa dei piccoli.
Servirebbe un libro per raccontare gli sforzi e le speranze di quanti hanno investito piccoli risparmi, liquidazioni dei genitori oppure hanno fatto debiti per investire in un’attività che tra l’altro combatte un vizio “mortale”: le sigarette tradizionali. Fino a che lo Stato ha deciso che quel settore, il commercio di sigarette elettroniche, andava “stangato”, ci spiega Luigi Bonacina, presidente di AFE-COMM, la nuova Associazione di operatori al dettaglio di fumo elettronico e accessori di Milano e Provincia. Debutto per una sigla associativa a livello territoriale, in una città, come Milano, che ha creduto fortemente nel mercato della e-cig e in cui ci sono tanti operatori che ancora ci credono.
Dal boom alla crisi – Storia in controtendenza, quella delle sigarette elettroniche, racconta Bonacina, tra i primi ad aprire le porte di uno store di fumo elettronico nel capoluogo lombardo. “A fine 2011, a seguito della crisi crescente in tutti i settori avevo deciso di chiudere la precedente attività quando ho visto nella sigaretta elettronica un possibile sbocco, così mi sono avventurato in questo nuovo e promettente settore – dice Bonacina – ottenendo fin da subito dei risultati che facevano ben sperare nel futuro”. Un mix di innovazione, un ottimo appeal e prodotti low-cost. Il mercato è cresciuto. Bonacina investe e assume, in questa Italia di cassa integrazione, licenziamenti e disoccupazione. “Ho assunto tre persone a tempo indeterminato ed aperto un secondo punto vendita”, dice fieramente. Tutto bene fino a febbraio. Poi lo stop e l’inversione di tendenza. Adesso i dati Anafe parlano di 123 punti vendita in meno in soli due mesi tra maggio e giugno e chiusure a raffica in tutte le grandi città. Davvero una brutta aria. “Da febbraio in avanti hanno iniziato a comparire sui mezzi d’informazione una serie di notizie allarmistiche sui nostri prodotti, notizie che nella migliore delle ipotesi erano faziose – sottolinea Bonacina – e che hanno gettato nel panico la maggior parte degli utenti”. Notizie “tendenziose” che non hanno spaventato i vapers, perché, dice Bonacina, si documentano, approfondiscono, rispondono agli attacchi.
La nuova associazione – “Alcuni mesi fa sono stato contattato direttamente da Confcommercio per instaurare un tavolo di lavoro da cui è nata AFE-COMM di cui sono attualmente presidente”, spiega il rappresentante di rivenditori.” A settembre il deposito dello statuto. AFE-COMM si propone alla platea di commercianti come un importante supporto che verrà utilizzato prima di tutto per “far passare” un’informazione corretta sul nostro mercato e secondo ma non meno importante per tutelare gli interessi della categoria in sede politica. Anche corsi di formazione e aggiornamento per gli operatori. A quanti potrebbero sollevare il fatto che tra le tante imprese rappresentate da Confcommercio ci sono anche i tabaccai, Bonacina risponde: “La scelta di aderire a Confcommercio è data dalla storia dell’Unione, nata nell’immediato dopoguerra, e che ad oggi rappresenta le più importanti associazioni in ogni settore commerciale, compresa la FIT con cui non ha senso combattere quando ci si può sedere allo stesso tavolo per trovare una eventuale linea comune”. Il dialogo, quindi, come strumento di rivendicazione: “È mia opinione personale condivisa dal gruppo costituente, che la lotta rumorosa non porti a nessun risultato, mentre è il colloquio con le istituzioni – spiega Bonacina – e con gli enti preposti che può aprirci degli spiragli rispetto ad una legge che penalizza l’intero settore, considerando che tutti coloro che hanno dovuto cessare l’attività sono oggi ex imprenditori disoccupati o comunque hanno licenziato persone, come sono stato costretto a fare io”.
Commenta l'articolo