JTI lancia Ploom, il vaporizzatore di tabacco. Tra tante critiche, i produttori di Camel e Winston arrivano in Italia.
Sarà per la crisi del settore delle sigarette elettroniche, tarpato da dubbi e sistema fiscale, sarà per la necessità delle multinazionali del tabacco di riadattare il proprio business, fatto sta che da qualche giorno anche in Italia è arrivato Ploom, il nuovo dispositivo digitale pensato per “degustare” il tabacco. Non è una sigaretta elettronica, perché non utilizza liquidi da svapare, e nemmeno una sigaretta tradizionale, perché non avviene combustione.
Ma allora come funziona? Ploom, come altri già esistenti, è un vaporizzatore, non brucia il tabacco, ma lo riscalda, grazie ad una tecnologia brevettata, fino alla temperatura in cui gli aromi in esso contenuti vengono vaporizzati. In questo modo viene assaporato il gusto pieno della miscela scelta, contenuta in capsule di alluminio, chiamate Vapods. Come per le sigarette elettroniche, anche questo vaporizzatore è alimentato da una batteria, ricaricabile tramite cavo USB.
Commercializzato dall’azienda JTI, Japan Tobacco International (proprietaria di Camel e Winston), Ploom pare sia stato creato in origine in un garage californiano, precisamente a San Francisco, ad opera di due studenti della facoltà di Design dell’Università di Stanford. Gli stessi lo definiscono un prodotto “slow smoke”, cioè un modo per degustare il tabacco, disponibile in diverse varietà.
Il Presidente e Amministratore Delegato della JTI Italia, PierCarlo Alessiani, si definisce molto orgoglioso della presentazione del prodotto nel nostro Paese, banco di prova e secondo in Europa dopo l’Austria dove il prodotto viene commercializzato.
Dal 3 novembre, infatti, Ploom viene venduto in 600 tabaccherie italiane, per il momento solo nelle città di Milano e Roma.
La domanda ora è: “come è possibile permettere la vendita di questi dispositivi, comunque legati al tabacco, mentre si fa di tutto per sbarrare la strada alle sigarette elettroniche?”.
Prevedibile il malumore del popolo degli svapatori, che dal web non mancano di lanciare le proprie critiche e perplessità. Chi l’ha provato sostiene che sia ben poco soddisfacente, andando invece ad alimentare la voglia di riabbracciare le bionde. Se già permea un forte il disdegno dei vapers nei confronti delle sigarette elettroniche prodotte dalle stesse majors del tabacco, in particolar modo verso Ploom, o i vaporizzatori in genere, il forte dubbio resta legato alla volontà di questi di riportare, o tenere legati, i consumatori al tabacco stesso.
Tra leggi e tassazione, tra brevetti dei colossi del tabacco e permessi per la rivendita nella rete ufficiale dei tabaccai d’Italia, pare proprio che non ci sia tregua per le e-cig che, al contrario di questi dispositivi, restano un prodotto innovativo.
Sarà la solita vecchia storia della legge del più forte? Delle potenze economiche e delle priorità politiche?
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