Sigarette elettroniche, anno zero. Robert West (Uk): salveranno milioni di vite.
Robert West, direttore del centro studi sul tabacco presso l’Istituto per la ricerca sul cancro britannico, è il “Veronesi” britannico. E come l’oncologo nostrano sta facendo godere i fan della sigaretta elettronica inglesi. Ha organizzto un incontro alla London Royal Society per ribadire un concetto che anche in Gran Bretagna viene messo in discussione. ”Le sigarette uccidono ogni anno 5,4 milioni di persone in tutto il mondo il passaggio dei fumatori a quelle elettroniche potrebbe salvare milioni di vite”, ha detto durante l’incontro E-Cigarettes 2013. C’era anche Kostantinos Farsalinos, uno dei primi “sdoganatori” della e-cig, che adesso lavora in Belgio, ma è molto più cauto che in passato. “Le aziende si nascondono dietro la mancanza di regolamentazione e non svolgono alcun test sui prodotti”, sottolinea il cardiologo greco, e quindi il settore deve darsi delle regole e “deve farlo presto”. Altrimenti continuerà, questa è la sintesi, l’effetto “montagne russe” su cui la sigaretta continua a viaggiare da molti mesi. Libera vendita, proibizione, solo in farmacia, anzi dietrofront, svapo libero nei luoghi pubblici. Una misura, che a ben guardare, nuoce prima di tutto alla sigaretta elettronica.
I sudditi di Sua Maestà che svapano sono tra 700mila e 1 milione. Anche nel Regno Unito non c’è divieto di svapo, ma c’è il far west del divieto “fai da te”. Nello stesso centro commerciale, fa notare la Bbc, si può passare da un bar in cui si può svapare liberamente – a proposito, proprio in questi giorni a Londra Vype, leader del settore, ha aperto il primo bar dedicato ai vapers – a un negozio di una catena che vieta il vapore elettronico. Analogo divieto nella catena di pub JD Wetherspoon, all’Università di Londra, su aerei e treni. Un bel caos. Un sondaggio fatto da Bbc Breakfast, programma del newtork pubblico britannico, la maggioranza è in favore dell’uso nei luoghi pubblici: il 62% contro il 34% che è contrario. Ma non è tutto oro quello che luccica. E non bisogna farsi prendere di facili entusiasmi.
Gli esperti della British Medical Association sono prudenti e chiedono a gran voce il divieto di svapata in tutti i luoghi pubblici. “Il rischio è di rendere normale un comportamento a rischio, come quello del rito del fumo”, spiegano gli esperti. E in Italia?
Bene ha fatto il presidente di Anafe-Confindustria, Massimiliano Mancini, di fronte al nuovo passaggio legislativo a chiedere un tavolo di regolamentazione e a promettere linee guida del settore. Il settore giovane, che nessuno capisce, deve crescere. E non è solo un problema normativo.
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