Tassa sulle sigarette elettroniche: il governo fa il bello e il cattivo tempo. E noi paghiamo.
Un duro colpo per negozianti e rivenditori, ma soprattutto un duro colpo per i fumatori digitali. La riduzione della tassa del 58,5% sulle sigarette elettroniche stava andando nella giusta direzione, con l’approvazione dell’emendamento da parte della Commissione Bilancio al Senato, all’interno del decreto sulla Legge di stabilità. E’ bastato però un colpo di spugna, anzi, di penna, per toglierlo dalla discussione. Nulla è cambiato quindi, la tassa rimane.
Una tassa che, ricordiamo, entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2014 e sarà applicata incondizionatamente su tutti i dispositivi, gli accessori e i liquidi per e-cig. Ideata inizialmente per garantire copertura economica per il rinvio di tre mesi dell’aumento iva, ha già sortito effetti completamente opposti: centinaia di negozi hanno già chiuso i battenti. Diversi brand orientano il loro business verso l’estero, con l’apertura di nuovi punti vendita in paesi come la Spagna, dove il mercato delle e-cig sembra essere in piena ascesa.
Massimiliano Mancini, presidente di Anafe-Confindustria, è tra i primi a commentare la vicenda, esprimendo totale disapprovazione: “Ciò che è accaduto è incredibile, ma non possiamo che prenderne atto. Da mesi ormai siamo costretti a difenderci – purtroppo a questo il termine da usare – da assalti di ogni genere, incluso quello fiscale, che non farà altro che uccidere il settore e impedire al Governo di recuperare i soldi che cerca…”.
In un paese dove regna la burocrazia, anche i negozianti sono in confusione. Come può entrare in vigore una tassa a partire da Gennaio, ovvero tra poco più di un mese, se ancora mancano i decreti attuativi, previsti peraltro per il 31 ottobre? Non è dato saperlo.
A farne le spese, tanto per cambiare, saranno soprattuto i vapers, attuali e potenziali, che si ritroveranno a spendere più del doppio per aver fatto una scelta di vita più salutare: un liquido da 10 ml che oggi costa 6 euro potrà arrivare a costare oltre 14 euro, mentre per un kit doppio si dovranno spendere oltre 160 euro anziché i 70 di oggi.
Un governo miope, come traspare dalle dichiarazioni di Umberto Veronesi di 20 giorni fa, che si dimostra sempre più interessato a dare un prezzo alla nostra salute.
E noi paghiamo.
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