Sigarette elettroniche e regole, non nascondiamoci dietro i giovani
“Al lupo! Al lupo”. Nel dibattito sulla sigaretta elettronica, sui divieti e i limiti, appena si richiamano i vantaggi e i benefici dell’e-cig rispetto ai danni delle “catramose” si evoca sempre il pericolo dei pericoli: il rischio che la sigaretta elettronica diventi la porta di accesso alla dipendenza per i giovani. Ma davvero l’e-cig è un oggetto del desiderio per gli adolescenti? Molti studi affermano semplicemente di no.
Vietate ai minori – In Italia, per effetto di un’ordinanza del ministero della Salute, è vietata la vendita di e-cig ai minori di 18 anni. Si tratta di un divieto condivisibile, sul quale non c’è discussione. Vale anche per le sigarette normali, che in verità dovrebbero essere vietate per ragioni di salute pubblica a qualsiasi età. Il dibattito sul punto è molto acceso anche oltreoceano. Negli Stati Uniti le amministrazioni statali stanno chiedendo a gran voce limiti precisi per i giovani e regole più ferme dalla Food and Drug Administration, l’ente regolatorio americano. Eppure molte ricerche scientifiche smentiscono il principio secondo cui le e-cig sarebbero così diffuse tra i giovani.
Un rito di passaggio – Uno studio realizzato dai ricercatori del Dipartimento di Pediatria di Yale e guidato da Deepa Camenga (pubblicato su Addictive Behaviors) ha dimostrato che l’uso di sigarette elettroniche tra i giovani non fumatori è estremamente basso, avvalorando la tesi secondo cui al fumo come rito di passaggio verso l’età adulta si accede attraverso un oggetto vissuto e percepito come “trasgressione” delle regole. Quell’oggetto è ancora oggi per molti adolescenti la sigaretta, il pacchetto acquistato dal tabaccaio e condiviso con il gruppo dei pari in un gioco di ruolo che ha i suoi codici e i suoi rituali. È la sigaretta l’oggetto convenzionale per superare quella linea d’ombra che separa l’età adulta dall’adolescenza. La sigaretta elettronica, secondo numerose ricerche, non fa parte (ancora) di questo immaginario.
Nello studio citato gli scienziati hanno condotto un test su cellule della pelle di un gruppo di circa 1.700 adolescenti e li hanno sottoposti ad una serie di interviste in tre momenti diversi (febbraio 2010, ottobre 2010, giugno 2011). Nella prima rilevazione solo un adolescente su 1.700 è risultato utilizzatore di e-cig. Percentuale insignificante, confermata dalle due successive rilevazioni: solo 5 ragazzi avevano utilizzato e-cig e dichiaravano un uso non regolare, ma episodico.
Il ballo degli aromi – Un altro allarme che spesso viene rilanciato è quello sugli aromi. Sapori e profumi accattivanti, come il cacao o la fragola sarebbero “esche” in grado di far affezionare i giovani ad una cattiva abitudine. È davvero così? Altri dati sottolineano la marginalità dell’e-cig nella galassia giovanile. Arrivano dal National Youth Tobacco Survey realizzati dai Centers for Disease Control di Atlanta, questa volta riferiti agli Stati Uniti. Secondo i Cdc l’uso di e-cigarette sarebbe salito di un modesto 1% tra il 2011 e il 2012, attestandosi al 2,1% del campione. Da sottolineare che il 90,6% di questo esiguo numero di fumatori era già fumatore e che solo lo 0,5% ha sperimentato il fumo grazie alla sigaretta elettronica. Tutto questo mentre restano legali le sigarette di tabacco aromatizzate al mentolo che mentre lasciano un alito “fresco” aumentano il livello di nicotina assorbita, insieme a mille altre sostanze tossiche e cancerogene.
Negli ultimi anni è aumentata la sensibilità nei confronti dei problemi sanitari legati al fumo e al tabacco, soprattutto nei confronti dei giovani e delle donne in gravidanza. Si tratta di un obiettivo giusto e condivisibile. Assolutamente non condivisibile è la demonizzazione della sigaretta elettronica adoperando i rischi per i giovani come “foglia di fico” per nascondere le vere insidie del tabacco lavorato. I dati dimostrano che 9 adolescenti su 10 tra quelli fumano cercano la sigaretta convenzionale. Quella che fa male e uccide. A loro vanno indirizzate campagne per ricordare i pericoli mortali del fumo. Ma dopo i 18 anni andrebbe ricordato che la sigaretta elettronica è mille volte meno pericolosa.
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