Un nuovo studio conferma: la sigaretta elettronica, a differenza di quella analogica, non influenza il cuore
Non solo tasse, per fortuna. Mentre in Italia si gira l’ultima scena di un film indecente (per i vapers) chiamato “La tassa sul piacere” (i previsti ricarichi del 400% se passasse l’equiparazione con le sigarette tradizionali), in giro per il mondo si affronta il tema e-cigarette con molta più serietà. Ne va della salute delle persone (ma anche delle tasche del contribuente, poiché con le sigarette elettroniche i ricoveri e le patologie diminuiscono). L’ultimo lavoro di Kostantinos Farsalinos pubblicato su BMC Cardiovascular Disorders segna un altro punto a favore della riduzione del danno assicurata dalle elettroniche.
Cuore protetto
I ricercatori guidati dal cardiologo greco hanno, per la prima volta, confrontato gli effetti sulla funzione cardiaca, in particolare su alcuni parametri molto importanti legati strettamente con l’attività del cuore, con il rischio di infarto del miocardio e lo scompenso cardiaco. Uno di questi è la funzione diastolica del ventricolo sinistro e i valori con cui il flusso del sangue entra e esce dalle camere cardiache che indica la capacità del cuore di adattarsi alle diverse necessità.
Lo studio di Farsalinos e colleghi è stato condotto eseguendo una ecocardiografia su 36 forti fumatori sani (età media 36 anni) e su 40 vapers (età media 35 anni) prima e dopo il consumo, rispettivamente, di una sigaretta tradizionale o di una elettronica svapata per 7 minuti a una concentrazione medio-forte di nicotina (11mg). Il risultato diagnostico non lascia dubbi in proposito: i parametri cardiaci esaminati risultavano alterati solo per i fumatori di tabacco. In sostanza, il cuore soffre per il fumo di sigaretta: lavora peggio, le pareti del cuore si rilassano a fatica, con effetti a cascata sulla pressione sanguigna. Nessuna differenza significativa è stata osservata, invece, nei vapers tra il prima e il dopo la svapata. La sigaretta elettronica non influenza l’attività cardiaca.
Ricercatori: “Per i fumatori effetti benefici”
Basti ricordare che la presenza di monossido di carbonio data dal fumo annienta l’ossigeno nel sangue: in altre parole, riduce il nutrimento ai tessuti, compresi quelli del cuore, favorendone la morte progressiva. Per chi smette di fumare, appena 8 ore dopo l’ultima, il monossido torna verso valori normali.
Come sempre non si tratta di studi che promuovono il vaping, ma servono ad aprire gli occhi a chi non vuol vedere il “ruolo nella riduzione del danno” dell’e-cig che, dicono i ricercatori, “dovrebbe essere studiato intensamente per stabilire se il passaggio all’uso della sigaretta elettronica può avere effetti benefici a lungo termine sulla salute dei fumatori”. Ma tutto questo interessa davvero a qualcuno?
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