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Bracciali e caffè, così i marchi di sigarette elettroniche rispondono a tasse e crisi

23 Ottobre 2013 in Notizie
Alcune delle iniziative di Puff, 5 Italia e Smokie's

C’era chi ci aveva già pensato in anticipo, affiancando in vetrina al clearomizer e liquidi accessori e bijoux. Nessuno poteva immaginare, però, una crisi così dura per il commercio di sigarette elettroniche. Non se lo immaginavano i 1.500 rivenditori che nell’ultimo anno e mezzo hanno alzato le saracinesche degli e-store. Adesso, quella formula, più prodotti più commercio, sembra essere una “ciambella” di salvataggio per un business in affanno, almeno tra i punti vendita fisici, anche in vista del Natale e di consumi, si spera, in aumento.

Coffe&cigarettes – Se è vero che il rito della sigaretta, quella analogica, si accompagna perfettamente con quello dell’espresso, perché non aprire le porte dei negozi anche a cialde e macchine per il caffè brandizzate? Dagli e-liquidi aroma caffè alla tazzina il passo è breve. La scelta è di Puff. L’azienda di Moncalieri ha tirato fuori dal cilindro un’idea per cercare di risollevare le entrate dei 220 punti vendita in Italia, altri 150 all’estero. Una nuova sfida per l’azienda fondata nel 2010 da tre giovani imprenditori torinesi. L’alternativa sono capsule per il caffè domestico. Un affare che tira. come dimostra il giro di affari delle multinazionali e il sorriso targato “nespresso” di George Clooney.

Con la collaborazione di un’altra eccellenza piemontese del made in Italy, la Torrefazione Cafèmoka, da oltre 40 anni sul mercato con prodotti di qualità, Puff raddoppia: sigarette elettroniche più cialde – compatibili con le macchine Espresso Point, Nespresso e Filtro Carta- e macchine Puff Caffè. “Nonostante gli scenari negativi e la dura battuta d’arresto che la fiscalità italiana ha inferto al settore – spiega l’Ad Umberto Roccatti – Puff non solo incrementa i punti vendita all’estero, ma sfida il mercato ampliando e diversificando l’offerta”.

Bracciali per i Vip – La scelta di non limitare la vendita solo alle sigarette elettroniche è, invece, originaria per 5 Italia. La rete di franchising del gruppo Boccadamo, quartier generale a Frosinone, si è mossa abilmente tra le maglie del mercato dell’e-cig affiancando al prodotto innovativo, la e-cig, una serie di articoli del segmento fashion. L’idea di partenza è quella di un Concept Store in cui oltre alle e-cig il rivenditore ha la possibilità di offire anche le linee di accessori. Bracciali e orecchini della collezione Boccadamo e soprattutto Look Me, bracciale con gli “occhiali”che piace ai Vip.

Verso l’estero – Un’altra strategia dei marchi ora è puntare all’estero. In Italia le chiusure sono ormai più delle aperture. Buttare il cuore oltre confine è la risposta alle tasse ammazza e-cig all’italiana. Incrementare la presenza sul mercato straniero è la scelta di Smokie’s, uno tra i leader del mercato italiano che con 300 punti vendita sul territorio nazionale aveva preferito finora un profilo meno esterofilo. L’azienda di Gallarate guidata da Stefano Pozzi ha iniziato a guardare Oltralpe: entro fine anno saranno 15 i punti vendita in Spagna e 5 in Olanda, cui si aggiungono i 3 negozi in apertura in Slovacchia e il punto vendita già attivo in Polonia. E poi prodotti personalizzati: i bocchini signs, con i segni dello Zodiaco, e sigarette elettroniche serigrafate One’s, la serie Element ispirata ai quattro elementi, con vaporizzatori in edizione limitata da collezionare.

Scelte coraggiose. Ma di questo passo cosa resterà dell’e-cig?


Di Cosimo Colasanto

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