Come funziona la sigaretta elettronica
Il funzionamento della sigaretta elettronica è molto semplice: si tratta infatti di un dispositivo con all’interno un liquido aromatizzato che viene vaporizzato, manualmente tramite un bottoncino o automaticamente semplicemente aspirando, a seconda del modello.
La sensazione che viene prodotta durante l’uso è del tutto simile a quella delle sigarette tradizionali, sia dal punto di vista della gestualità, sia dal punto di vista della fumosità, del “colpo in gola” (definito hit) e del gusto, se si utilizzano aromi al tabacco.
La sigaretta elettronica è generalmente costituita da due principali componenti:
La batteria ricaricabile
La batteria, generalmente al litio e ricaricabile tramite apposito caricabatterie, ha il compito di attivare la resistenza presente nell’atomizzatore per vaporizzare il liquido. Per il modello più diffuso (eGO) sono disponibili diverse batterie differenti tra loro principalmente per capacità, di solito da 350mA (mini batterie), 650 mA, 900 mA e 1.100 mA.
La diversa capacità ne influenza di conseguenza la durata, che varia anche a seconda dell’utilizzo che si fa della sigaretta elettronica. Il modello più diffuso è quello da 650 mA.
Le batterie per sigarette elettroniche possono essere automatiche o manuali: le prime si attivano in modo automatico con la semplice aspirazione; per attivare le batterie manuali, invece, basta premere (e tenere premuto) un piccolo bottoncino mentre si aspira.
In commercio esistono anche diverse varianti di batterie: con un led luminoso alla fine (che si accende quando si aspira), a voltaggio variabile, con attacco diretto mini-usb, con indicatore di carica, ecc.
Per i fumatori digitali più esigenti e più esperti esistono inoltre i big battery, ovvero particolari batterie, solitamente a voltaggio variabile, ad elevato amperaggio, che garantiscono una maggiore durata a discapito, naturalmente, dell’ingombro della batteria stessa.
L’atomizzatore ed il serbatoio
L’atomizzatore può essere considerato il cuore della sigaretta elettronica; contiene infatti al suo interno una resistenza la quale, scaldandosi, vaporizza il liquido presente nel serbatoio.
Gli atomizzatori possono essere di diverse tipologie, tuttavia le più diffuse sono principalmente due:
- Atomizzatore Tank con testina fissa o intercambiabile
- Clearomizzatore o similare
L’atomizzatore Tank, con testina integrata o intercambiabile, è stata una delle prime grandi rivoluzioni nel mondo della sigaretta elettronica, in quanto vaporizza direttamente il liquido dal serbatoio. Se in precedenza il liquido doveva impregnare una speciale lanetta presente nella cartuccia, l’atomizzatore Tank permette di versare il liquido nel serbatoio (“Tank” per l’appunto) e di vaporizzarlo in modo diretto, avendo sempre sotto controllo il livello del liquido.
Gli atomizzatori Tank possono essere conici (tipo “A”), o cilindrici (tipo “B”), la differenza sostanziale è nella capacità del serbatoio, che è superiore nel tipo cilindrico per via della sua forma. Parliamo di 2,4 ml di liquido contro una capacità standard di 1,8 ml.
Negli atomizzatori di questo tipo alcuni produttori permettono di scegliere anche tra una versione con resistenza normale (2-2.2 oHM) ed una versione a bassa resistenza (1.6-1.8 oHM). Minore è la resistenza e più forte è la sensazione di colpo in gola (Hit), a discapito tuttavia del gusto, che risulta decisamente più secco e meno intenso negli atomizzatori a bassa resistenza.
Gli atomizzatori tank necessitano del loro specifico serbatoio, la cui funzione è quella di contenere il liquido.
Il clearomizzatore (dall’inglese clearomizer) è un altro dei sistemi più diffusi oggi; si tratta di un atomizzatore costituito da un unico blocco con il serbatoio. Può essere completamente trasparente o dotato di una finestrella per il controllo del liquido.
Mentre nell’atomizzatore Tank il liquido viene a contatto della resistenza per depressione, nel clearomizzatore sono presenti delle piccole cordicelle a contatto con la resistenza e contemporaneamente immerse nel liquido.
Questo tipo di sistema permette una miglior costanza del rendimento dell’atomizzatore e, solitamente, mantiene il vapore più caldo e con un maggiore Hit, a fronte di un consumo di liquido superiore rispetto all’atomizzatore classico.