Fare cassa con le sigarette elettroniche? I conti della Liaf: risparmi per 1 miliardo di euro
Come qualcuno ha sostenuto, di questo passo la maxi-tassa ammazza-ecig che doveva portare nelle casse dello Stato ossigeno per pagare (nell’ordine) la polizia penitenziaria, rimborsare mezza Imu e, perché no, saldare l’intero debito pubblico italiano, si rivelerà per quello che era: una tassa per mettere in fuga da questo commercio e controllare il settore, con una concessione alle lobby e alle multinazionali. Più si avvicina la fatidica data del 1 gennaio 2014, più diventa inarrestabile l’emorragia di guadagni e di investimenti: posti di lavoro che si perdono, partite Iva che chiudono. Alla fine i conti, invece, che ridere, piangeranno: si calcola che al posto dei maggiori guadagni, le “maggiori” perdite potrebbero superare i 100 milioni di euro.
A svelare il “re nudo” di tutta questa faccenda c’è una stima coraggiosa che arriva dalla Liaf. La Lega Italiana Anti-Fumo calcola che, a conti fatti, la sigaretta elettronica potrebbe far risparmiare al Servizio sanitario nazionale – la maggiore voce di spesa del bilancio del Paese – 1 miliardo e 200 milioni di euro. Il calcolo è azzardato, ma si basa su un ragionamento logico che qui riproduciamo.
“Dalle statistiche dei Centri Antifumo emerge che mediamente ogni 4 fumatori che intraprendono un percorso Antifumo, solo 1 smette definitivamente. Quindi per ogni fumatore che smette bisogna conteggiare una spesa complessiva di circa 1.200 euro – spiega la Liaf -. Secondo il report 2013 dell’Istituto Superiore della Sanità (ISS) sono 500 mila in Italia gli utilizzatori abituali di sigaretta elettronica. Di questi, sulla base dei risultati dei grandi studi clinici con la sigaretta elettronica (es. ECLAT), è ragionevole stimare che circa il 10% smetta di fumare. Pertanto la diffusione di questo prodotto potrebbe aver fatto smettere 50 mila persone a costo zero, facendo risparmiare al SSN 60 milioni di euro”.
La conclusione, tirate le somme, è che con oltre 10 milioni di fumatori in Italia, la sigaretta elettronica potrebbe aiutare un milione di persone a smettere, con un risparmio stimato per il SSN di oltre 1 miliardo e 200 milioni di euro.
Fantascienza? Utopia? È un esperimento logico, ma non lontano dalla realtà. Per aiutare i più scettici, ecco quello che sta succedendo in Gran Bretagna da quando le sigarette elettroniche sono entrate in commercio: il numero di vapers è aumentato dal 2% del maggio 2011 al 16% di agosto 2013 rispetto al totale di fumatori. Dai dati emerge che la crescita di e-cig in circolazione è stata associata a due fenomeni virtuosi come l’aumento di consapevolezza nei fumatori del rischio del fumo e della necessità di abbandonare il tabacco e l’aumento deciso del numero di fumatori che fa tentativi per dire addio alla sigaretta analogica. Lo dicono i dati raccolti nell’ambito dello Smoking Toolkit Study, sondaggio mensile sul rapporto tra i cittadini di Sua Maestà e il fumo, promosso dai più importanti organismi di tutela della salute e di controllo del Paese, lo UK Cancer Research e il Tobacco Research Group.
Non voler vedere i fatti, poi, è un altro discorso.
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