Dopo il decreto, il caos: così si uccide un settore. Le associazioni lottano insieme.
Sembra una farsa. Ma non fa ridere. Una storia all’italiana. Con un Parlamento che taglia le gambe ad un settore giovane, sconosciuto, uno dei pochi, se non l’unico, che nell’ultimo anno e mezzo ha creato occupazione, nuovi imprenditori, partite Iva e potenziale entrate – le solite tasse – per lo Stato. A questo punto, dall’ultimo convegno dedicato al Decreto ministeriale, sembra di capire che persino le tasse siano sgradite al Palazzo. Ecco perché.
Il decreto posticipato – Procastinare non è mai una buona cosa quando si gioca con le vite degli altri. Ma a quanto pare il traffico degli affari correnti sembra aver messo il rallentatore ad un Decreto che la legge prevedeva dovesse essere adottato entro il 31 ottobre “ma che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale soltanto il 7 dicembre, “spingendo così la Corte dei Conti a sollevare perplessità sia sul ritardo di emanazione, sia sulla procedura di autorizzazione per la commercializzazione troppo complessa”, spiega il Presidente di Anafe-Confindustria, Massimiliano Mancini. Il problema non è il non rispetto di termini che lo stesso legislatore si auto-impone – è anche quello -, ma l’effetto tamponamento tra le regole ministeriali e la data di inizio del nuovo corso, il 1° gennaio 2014, con la tassa del 58.5% su tutti i prodotti relativi al fumo elettronico. Quasi un “effetto tamponamento” tra Decreto e linea di partenza, con tutto quello che di burocratico c’è in mezzo, compreso il periodo natalizio, uno dei meno propizi per trovare risposte da parte della Pubblica Amministrazione.
Urge quantomeno un rinvio, “Il Decreto Ministeriale ha introdotto una procedura talmente complessa – afferma Mancini – da mettere in dubbio la reale fattibilità dell’entrata in vigore della tassazione al 1° gennaio 2014”. Ancora più duro. “Un provvedimento iniquo e persecutorio – ha aggiunto Mancini – per il quale siamo pronti ad adire alle vie giudiziarie italiane ed europee”
Fioccano le segnalazioni – Massimiliano Federici, Presidente di Fiesel-Confesercenti, associazione dei rivenditori di sigarette elettroniche, denuncia un impatto sui prezzi che renderà impossibile l’acquisto delle sigarette elettroniche, portando al collasso l’intera rete distributiva. “Riceviamo centinaia di segnalazioni inoltrate all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di esercenti paralizzati da un provvedimento lacunoso e incomprensibile”. La bagarre sulla sigaretta elettronica mette a rischio anche i conti dello Stato che, dalla tassazione della sigaretta elettronica, rischia di non incassare un euro a causa delle tempistiche ristrette e soprattutto dell’eccessiva tassazione.
Corsa contro il tempo – La pattuglia di deputati intervenuti al convegno ha le idee chiare. Sempre che non sia troppo tardi. Sono Lavagno (Sel), Prodani (M5S), Capozzolo (PD) e Abrignani (FI). A riguardo, anche alla legge di Stabilità è stata presentata una proposta di modifica che riguarda le e-cig: l’emendamento, a firma Aris Prodani ma che sarà sottoscritto anche da Pd, Fi e Sel, prevede un’imposta di fabbricazione sui liquidi delle sigarette elettroniche pari a 20 centesimi per millilitro. “Tra le proposte – ha annunciato la deputata Sabrina Capozzolo – una mozione per chiedere al Governo di introdurre un altro tipo di tassazione. “Sottoscriverò anch’io – ha aggiunto – l’emendamento Prodani, c’è bisogno di modificare la tassazione, altrimenti rischiamo di far chiudere il settore”.
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