Ha vinto l’ignoranza: le sigarette elettroniche considerate come le bionde, tra tasse e divieti.
Tra i diversi significati della parola ignoranza possiamo trovare la definizione “Non prendere in considerazione, trascurare”. Sono infatti tantissimi i fattori che non sono stati presi in considerazione nella conversione in legge del DL 76 del 28 Giugno 2013, pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale e in vigore da oggi, all’interno della quale viene confermata la tassazione del 58,5% sulle sigarette elettroniche a partire dal 1° Gennaio 2014, sia sui dispositivi che sui liquidi. Ben più grave, però, è l’equiparazione che viene fatta tra le e-cig e le sigarette tradizionali, ponendole sullo stesso piano agli occhi del grande pubblico. Assieme alla tassazione arrivano infatti anche il divieto pubblicitario e di utilizzo nei luoghi pubblici, proprio come per le “bionde”.
Vengono così ignorati i consumatori, in quanto le conseguenze di questa legge si ripercuoteranno principalmente su di loro. C’è chi continuerà a credere nella sigaretta elettronica, nonostante l’aumento di quasi il 60% del prezzo dei liquidi e di tutte le componenti elettroniche. Compreso un semplice caricabatterie Usb. C’è chi invece rinuncerà a scoprire e provare l’e-cig: del resto, come lo Stato intende far credere, è uguale alla tradizionale.
Vengono ignorati i negozianti, ma soprattutto i reali dati del mercato. Già, perché se qualcuno pensa ad un extra gettito grazie alla nuova tassa, forse non ha considerato tutte le attività che chiuderanno i battenti. Si parla di oltre 3.000 negozi (sui circa 4.000 in Italia) a rischio di chiusura, negozi da cui lo Stato non percepirà più alcun gettito fiscale. Un rischio che si fa sempre più concreto se uniamo i fattori economici (tassa del 58,5%) all’ombra che una legge come questa getta sulla sigaretta elettronica.
Come potrebbero mancare all’appello dei “trascurati” anche i medici e la comunità scientifica? Oncologi del calibro di Veronesi e Tirelli, che hanno più volte espresso pareri positivi sulla sigaretta elettronica. Ignorati completamente anche loro, assieme agli studi scientifici internazionali che mostrano come le e-cig rappresentino un enorme passo in avanti per la salute dei fumatori.
Ma lo scivolone più eclatante lo si può trovare nell’iter di conversione di questa legge, quando solo pochi giorni fa al Senato veniva proposto e approvato l’emendamento che equipara le sigarette elettroniche alle tradizionali bionde in termini di pubblicità e promozione. Quello che è stato ignorato è la presenza di una norma uguale già nella prima stesura del decreto legge del 28 Giugno, successivamente bocciata a seguito di un intervento del ministro della salute, Beatrice Lorenzin, la quale sta già elaborando un disegno di legge ad hoc sull’argomento.
Ma sono davvero stati ignorati tutti? Non proprio tutti, perché in tutto questo “regolamento di conti” la categoria che trarrà sicuramente vantaggio dalla nuova legge sarà quella dei tabaccai, che non solo vedranno ridursi la “concorrenza”, ma conquisteranno ora la possibilità di vendere sigarette elettroniche. Nonostante di tabacco, nell’e-cig, non vi sia nemmeno l’ombra.
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