LIAF continua la battaglia per la sigaretta elettronica, con un appello al Ministro della Salute
Sono oltre 5000 le firme raccolte da LIAF, Lega Italiana Anti Fumo, in difesa della sigaretta elettronica, un numero decisamente importante che non può passare inosservato. Un numero che, secondo quanto dichiarato dal Prof. Riccardo Polosa, “rappresenta solamente la punta dell’iceberg di un vasto popolo di fumatori che vuole scegliere di determinare la propria condizione di tabagismo e di vapagismo in maniera differente”.
E’ con questi presupposti che proprio ieri è stata indetta una conferenza stampa presso l’Università di Catania per presentare la nuova iniziativa LIAF: una lettera aperta indirizzata al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in cui viene chiesto non solo di vigilare sulla nuova regolamentazione della sigaretta elettronica, ma soprattutto di consentire ai milioni di fumatori italiani di scegliere liberamente come e quando smettere di fumare.
Nella lettera, disponibile per la consultazione sul sito LIAF, viene messo in evidenza come l’Italia stia procedendo nella direzione opposta rispetto ad altri paesi, ostacolando la diffusione dell’ecig con norme penalizzanti e con l’equiparazione della stessa alla sigaretta tradizionale.
Senza andare troppo lontano, in Inghilterra i dati diffusi dalla Cancer Research UK dimostrano come la diffusione delle sigarette elettroniche abbia determinato una riduzione del consumo di tabacco ed un aumento dei tassi di cessazione. E anche in Italia le evidenze non mancano: nel Rapporto Annuale sul Fumo 2013 dell’Istituto Superiore della Sanità è infatti emerso come anche nel nostro Paese l’ecig abbia contribuito ad un’importante e significativa diminuzione del consumo di tabacco.
Il problema quindi non sono le evidenze scientifiche, in continuo aumento, bensì l’informazione e la formazione sui rischi. La Prof.ssa Lidia Proietti, presidente di LIAF e docente di Medicina del Lavoro, fa infatti notare che “La sigaretta elettronica può essere un validissimo aiuto per tanti fumatori intenzionati a liberarsi dalla schiavitù del tabagismo, nell’ambito di terapie strutturate, e meriterebbe rispetto dalle Istituzioni”.
Non è mancato, nella conferenza stampa di ieri, l’intervento del Dott. Pasquale Caponnetto, responsabile del Centro per la Prevenzione e Cura del Tabagismo presso il Policlinico Vittorio Emanuele di Catania, che fa riferimento a quanto avviene nei centri antifumo: “I negozi sono vuoti, e i pazienti che arrivano al nostro centro antifumo sono sempre più spaventati dalle false notizie diffuse dai media sulla sicurezza della sigaretta elettronica”.
Informazione, normative adeguate e regolamentazione, sono ancora molti quindi gli aspetti su cui bisogna lavorare per dare il giusto valore a quella che è stata più volte definita una delle più grandi innovazioni dell’ultimo secolo.
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