Nicotina: esperti stilano la “scala Richter”.
Le sigarette tradizionali sono come un terremoto di 8° grado.
Terremoti distruttivi contro piccole scosse di assestamento. Uno studio scientifico condotto da un gruppo di scienziati indipendenti ha stilato una classificazione molto articolata dei rischi legati all’uso di prodotti contenenti nicotina. Risultato: per i danni che provocano le sigarette sono paragonabili in tutto e per tutto ad un terremoto dell’ottavo grado se confrontate con altri prodotti a base di nicotina, tra i quali le sigarette elettroniche o i cerotti, la cui pericolosità è molto più contenuta.
Lo studio, in corso di pubblicazione sull’European Addict Research e finanziato anche dalla Liaf – Lega Italiana Anti Fumo, è partito dalla definizione di un lungo elenco di rischi collegati al consumo di nicotina, nelle sue varie forme. Gli esperti hanno stilato una sorta di “scala Richter” per definire una graduatoria tra prodotti molto diversi tra di loro che in comune hanno il contenuto in nicotina: sigarette e sigari, cigarilli e pipe. Nella classifica ci sono poi lo snus, il famoso tabacco da masticare diffusissimo nei Paesi Scandinavi, e il narghilè, le famose “pipe ad acqua” di origine araba sempre più diffuse nei Paesi occidentali. Ovviamente nel confronto i ricercatori hanno compreso anche le sigarette elettroniche e gli altri prodotti senza combustione e fumo, oltre ai prodotti terapeutici come cerotti, spray e i farmaci a base di nicotina.
Il gruppo di studiosi, di cui fa parte anche l’italiano Riccardo Polosa dell’Università di Catania, ha individuato una lista di indicatori rappresentativi dei rischi e li ha “ponderati” in base all’impatto che essi hanno sul singolo consumatore e sulla famiglia. Al primo posto, ovviamente, la mortalità, diretta o correlata, poi il rischio di patologie cardiovascolari e respiratorie. Lo studio è uno dei primi nel suo genere che soppesa anche altri “costi” legati all’uso di prodotti alla nicotina: oltre alla dipendenza, il peso che ha sui rapporti con i familiari, i costi economici e sociali, persino i danni eventualmente collegati a criminalità e ambiente. Indicatori preziosi per chi deve mettere in campo politiche sociali dedicate alla prevenzione del fumo.
“Le sigarette tradizionali valgono quanto un terremoto con annesso tsunami”
Il grafico che ne esce è emblematico. In testa alla classifica, per tutti gli indici di pericolosità, svettano le sigarette convenzionali e i cigarilli, seguiti a una discreta distanza da pipe e sigari.
Le sigarette di tabacco non hanno pari in quanto a danni: secondo l’indice elaborato dai ricercatori raggiungono quota “100”, il massimo, in 12 dei 14 criteri individuati.
Paragonando la classifica alla celebre “scala Richter” per la misura dei terremoti le sigarette tradizionali valgono quanto un terremoto con annesso tsunami non solo sulla salute del fumatore, ma anche per i danni “sociali” che provocano. A sorpresa i narghilè, le famose “pipe ad acqua”, si piazzano al 5° posto della classifica. Molti utilizzatori ne sottostimano i rischi, che includono l’avvelenamento da monossido di carbonio, e quindi problemi cardiaci, e persino la trasmissione di infezioni attraverso l’uso promiscuo. Inoltre, l’abitudine a farne un uso prolungato – in media tra 20 e 80 minuti – innalza la nicotina assorbita.
A grandissima distanza le sigarette elettroniche a base di nicotina, il cui rischio “ponderato” è legato principalmente alla voce dipendenza. Chiudono la classifica i sostituti nicotinici – cerotti, spray e gomme – la cui “pericolosità” va verso il minimo quando vengono utilizzati come trattamento della dipendenza.
Il documento completo è consultabile gratuitamente qui: http://www.karger.com/Article/FullText/360220
Ultimo aggiornamento: 11 aprile 2014
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