Non siamo fumo, il popolo dell’e-cig in piazza: corsa contro il tempo e contro la maxi-tassa
Un mese di tempo. Il 9 agosto i giochi per la nuova imposta di consumo del 58,5% che rischia di strozzare il mercato delle sigarette elettroniche, e in particolare gli imprenditori più piccoli, potrebbero essere chiusi. Quattro settimane che possono sembrare lunghissime, ma che potrebbero essere davvero poche per modificare quel punto del Decreto del Fare (articolo 11 del DL 76) che di fatto realizza il passaggio del mercato del fumo elettronico sotto l’egida dei monopoli (autorizzazione AAMS e deposito fiscale). “Se la legge passasse così com’è dopo la doppia lettura in commissione Bilancio e senza un emendamento che è stato già proposto per ammorbidire la tassazione, alcuni retail potrebbero essere costretti da un giorno all’altro a versare anche 100.000 euro per tenere aperte le porte dei negozi”, ci dicono i rappresentati degli operatori. Tradotto: difficile sopravvivere alla mazzata fiscale. “Una vendetta contro chi si è inventato un lavoro, che la Costituzione e la Repubblica garantisce, ma questo governo no”, si sentiva dire stamattina in piazza tra chi ha investito la liquidazione dei genitori oppure i risparmi di mille lavori da precario. E adesso aveva aperto la serranda su un sogno.
Il popolo dell’e-cig – Sono venuti da tutta Italia, a proprie spese. Qualcuno è partito all’alba con lo stesso pullman. Non era una gita di piacere. L’amarezza è tanta. Gli operatori si sono dati appuntamento sotto le finestre di Montecitorio al grido di “Non siamo fumo”, tra il vapore di atom multicolor, le bandiere dell’Anafe e gli striscioni: “Non fate evaporare i nostri investimenti”. Anche loghi spiritosi, che sottolineano quella che è già stata definita una legge “ammazza e-cig” scritta con tale fretta (“eterodiretta”, dice qualcuno tra i denti in piazza) da non distinguere tra cavi Usb (“Il fumo crea elevata dipendenza, il cavo Usb no”, si legge nelle bacheche) e nicotina, tra batterie al litio e foglie di tabacco. E poi i cori contro la Casta: “Viva l’Italia, ma abbasso questi politici”. Tanti i giovani. A cui l’equiparazione tra e-cig e “catramose” proprio non va giù. “I tabaccai vogliono prendersi le sigarette elettroniche in esclusiva per uccidere il mercato”, sibilano in piazza. “E’ un derivato del tabacco e c’è nicotina, va regolamentato”, dicono gli altri. “E i vantaggi per la salute? Con che soldi si pagano i costi sociali della sigaretta, con i 117 milioni di euro di accisa?”
I commenti – “Ribadiamo con veemenza tutta il nostro disappunto verso un atteggiamento del Governo che va palesemente in contraddizione con le misure per l’occupazione – dichiara Stefano Pozzi, Ad di Smokie’s -. Non si possono ignorare i tanti giovani che hanno deciso di investire in Italia nella commercializzazione di un dispositivo chiaramente non equiparabile alla sigaretta al tabacco”.
“Una tassazione così consistente sul settore del fumo elettronico causerà velocemente il tracollo di un settore economico nazionale in pieno sviluppo, con una ricaduta disastrosa sui posti di lavoro e sull’occupazione giovanile”, dice Filippo Riccio, Ad di Smooke
Manca un mese e per il momento l’unica cosa certa è che la nicotina sarà tassata. Ma se la maxi-tassa riguardasse solo i liquidi con nicotina sarebbe già un successo. Intanto, la piazza si è formata. Si fanno vedere anche neo-sigle, che cercano di organizzare la protesta dei più piccoli: Sirse, Raise.
Nel pomeriggio incontri riservati nel Palazzo. Una delegazione incontrerà Anafe. In piazza c’erano anche i politici. Si sono visti Meloni e Crosetto (Fd’I), Santini e Bonaccorsi, Sandro Gozi (PD), Abrignani (PdL), il sindaco di Roma Ignazio Marino, alcuni esponenti del M5S. Si prospetta nn mese caldissimo e corto per questa strana estate. Mentre su Roma, abbandonata dai manifestanti, si abbatte il temporale.
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