La salute diventa Monopolio di Stato: arriva il “regolamento” sulle sigarette elettroniche
Se ne parla oramai da diversi mesi, ora sembra essere arrivata la regolamentazione ufficiale. Un regolamento che pesa come un macigno. Fumare la sigaretta elettronica, che secondo la quasi totalità degli studi medici effettuati risulta meno dannosa per la salute rispetto alle tradizionali sigarette, costerà caro. Non solo ai fumatori.
Se poco più di una settimana fa sembrava vicina la riduzione della super tassa dal 58,5% ad un più equo 25% sui soli liquidi con nicotina, a partire dal 1° gennaio 2014, oggi la situazione si è completamente capovolta: la tassa resta invariata e le sigarette elettroniche sono ad un passo dal diventare Monopolio di Stato. Con vendita concessa solo previa autorizzazione AAMS e prezzi imposti.
Considerando che il mercato delle sigarette elettroniche, nell’ultimo anno, in base ai dati di Fiesel-Confesercenti ha portato alla nascita di 1.700 imprese, più di 4.500 negozi e 6.800 nuovi posti di lavoro, le conseguenze di questa manovra non possono che essere disastrose. Disastrose dal punto di vista dell’occupazione, viste le migliaia di negozi a rischio chiusura, disastrose dal punto di vista dello Stato, che non sembra aver fatto bene i conti quando ha pensato di introdurre questa nuova tassa. Un’imposta che, ricordiamo, non è stata introdotta per tutelare la salute dei cittadini, bensì esclusivamente per rinviare ad ottobre l’aumento dell’iva. Almeno così ci raccontano. Di certo c’è che la salute delle persone, ancora una volta, subisce le conseguenze di una manovra puramente economica, basata su conteggi approssimativi addirittura messi in discussione dal Governo stesso.
Ed è proprio la salute a correre i rischi maggiori: benché la comunità scientifica mantenga posizioni moderate, le sigarette elettroniche si stanno dimostrando una più che valida alternativa alle bionde, nettamente più salutare. L’introduzione di un’imposta di consumo così elevata non farà altro che disincentivarne l’utilizzo, riportando l’attenzione del fumatore verso le sigarette tradizionali e le oltre 4000 sostanze tossiche che generano durante la combustione. Del resto è la stessa AAMS a sostenere che una tassazione elevata ha lo scopo di penalizzare il consumo di un prodotto.
Quali scenari si prospettano quindi per negozianti e consumatori? E’ ancora presto per dirlo, dal momento che il settore è nel caos totale. I regolamenti attuativi, previsti per il 30 ottobre, sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale solamente il 7 dicembre, a poco più di 20 giorni da quando dovrebbe entrare in vigore la tassa, e i tempi per ottenere le autorizzazioni necessarie ed essere pienamente in regola possono arrivare a diversi mesi.
Quanto ai prezzi la decisione sarà in carico a importatori e produttori, dal momento che obblighi fiscali e tassazione dovranno accollarseli loro, ma si ripercuoteranno sull’intero mercato italiano. Una decisione difficile, un prezzo troppo elevato porterebbe ad un calo delle vendite, mentre un prezzo in linea con gli attuali porterebbe ad un vertiginoso calo degli utili. In entrambi i casi mantenere un negozio di sole sigarette elettroniche non sarà un’impresa semplice.
Fermo restando che diversi negozi specializzati importano direttamente parte dei loro prodotti, per soddisfare anche i clienti più esigenti e i vapers appassionati. Una pratica che, stando a queste nuove normative, li renderebbe distributori a tutti gli effetti, con tutti gli adempimenti del caso.
Una situazione difficile, a tratti paradossale, che lascia dietro di sé una lunga scia di dubbi ancora da chiarire in merito alla legittimità e all’attuabilità di queste norme. Si attendono con ansia le risposte e gli interventi delle associazioni di categoria, che, senza perdere tempo, si sono già mobilitate.
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