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Gli scienziati svelano tutte le bugie sulla sigaretta elettronica

18 Dicembre 2014 in Notizie

Ogni scusa è buona per parlare male di sigaretta elettronica. Tanto che a volte viene il sospetto che la strategia di denigrazione a cui abbiamo assistito in questi anni sia stata pianificata ad arte. Ma è solo un sospetto. Tirando le somme, deprime pensare che l’Organizzazione mondiale della sanità abbia perso la preziosa occasione, quest’anno, di capitalizzare il vantaggio che i sistemi senza senza fumo stanno apportando alla salute pubblica.

Fortunatamente la comunità scientifica favorevole alle sigarette elettroniche sta crescendo e oggi arruola personalità di grande livello che stanno mostrando al pubblico di addetti ai lavori e all’opinione pubblica i vantaggi che il vaping comporta (senza dimenticare anche i tanti limiti che devono essere superati). E così, gli scienziati hanno deciso di rispondere per le rime al documento commissionato dall’Oms, svelando tutte le imprecisioni che contiene. Lo stesso Rapporto elaborato come piattaforma delle iniziative Oms contro il fumo è stato sottoposto sulle pagine di Addiction ad una impietosa autopsia da parte dei maggiori esperti internazionali, vale a dire Ann McNeill, Jean-Francois Etter, Konstantinos Farsalinos, Peter Hajek, Jacques le Houezec, Hayden McRobbie. Le colossali magagne sono tante. Eccone tre.

1. Te lo do io il marketing!

Il Rapporto dice: Le e-cigarette vengono commercializzate come  le sigarette negli anni ’50 e ’60. Godono di un posizionamento aggressivo nei negozi (accanto alle caramelle) e in altri negozi (accanto ai farmaci).

Il commento degli esperti pro-ecig è puntuale e svela la bugia: Non ci sono prove di ricerca a sostegno del paragone  tra i modelli di commercializzazione di sigarette tradizionali nel passato e quelli attuali delle elettroniche. Ma quello che più impressiona gli scienziati è affermare “senza riferimento a prove” che le sigarette elettroniche siano esposte deliberatamente insieme alle caramelle. E in ogni caso, si chiedono gli esperti: perché l’Oms non spiega cosa vorrebbe significare, dal punto di vista commerciale, questo tipo di operazione? Forse, è il sospetto degli esperti, il Rapporto ha voluto cercare in questo modo una risposta “emotiva”. Evocare la mancanza di correttezza di chi vende sigarette elettroniche, fino a sfiorare l’uso strumentale di oggetti rassicuranti per i bambini come le caramelle, è davvero uno dei punti più bassi di questo documento.

2. Prosciutto sugli occhi!

Il Rapporto dice: Le e-cig non hanno dimostrato di aiutare le persone a smettere di fumare.

Il commento degli esperti non lascia dubbi: La dichiarazione travisa il quadro che emerge in modo coerente da una serie di studi. Insomma, per gli esperti si può discutere sul livello di efficacia, ma negare che milioni di persone nel mondo abbiano ridotto o eliminato del tutto le sigarette di tabacco grazie al vaping significa “travisare” appunto i dati scientifici e statistici. Dati su cui l’Oms non dovrebbe inciampare.

 3. Anche la nebbia fa male ai polmoni?

Il rapporto dice: Le persone esposte alle emissioni passive di e-cig assorbono secondo uno studio nicotina con livelli simili a quelli dei fumatori passivi.

Gli scienziati rifiutano questo passaggio: Il Rapporto fa volutamente riferimento ad un “solo” studio, tra l’altro a breve termine, che ha elaborato dati “allarmanti” circa l’assorbimento di nicotina “passiva” da parte di terzi. La dichiarazione, secondo gli esperti pro-ecig, andrebbe riformulata completamente dicendo finalmente la verità: “L’esposizione di terzi a sostanze chimiche dell’e-vapore non è ai livelli che ci si potrebbe attendere come causa di problemi di salute”.

Conclusioni

Se si visita oggi il sito dell’Oms un dato in bella evidenza mostra quanto sia scientificamente “stupida” l’ostilità alle sigarette elettroniche: quante delle 600mila persone che secondo l’Oms muoiono ogni anno di fumo passivo si potrebbero salvare se dalle sigarette convenzionali si passasse alle sigarette “smokeless”? Autorevoli esperti potrebbero confermare: si salverebbe il 100% di quelle persone. Una grande città scompare ogni anno per colpa del fumo altrui e l’Oms che fa? Avvalora un documento in cui si demoliscono il vaping e le sue tecnologie d’avanguardia. Se solo l’Oms pensasse ai 600mila morti per fumo passivo, dovrebbe chiedere di riscrivere daccapo quel documento.


Di Cosimo Colasanto

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