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Lo “studio-verità” sulla sigaretta elettronica:
1 su 2 dice addio al fumo

15 Novembre 2014 in NotizieSalute

Che non stia davvero cambiando il vento, se anche l’Istituto Superiore di Sanità si sbarazza dell’ostentata prudenza e certifica con la collaborazione del Centro Antifumo dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino quello che stiamo dicendo da tempo? La sigaretta elettronica non è una bacchetta magica, ma un mezzo efficace per uscire da un tunnel pericoloso questo sì. Fortunato chi la sa usare. Se viene aiutato è meglio.

I numeri della ricerca

I ricercatori hanno individuato 34 forti fumatori, 18 uomini e 16 donne, età media 40 anni: 20 sigarette al giorno da oltre 20 anni. Segni particolari: hanno provato a dire addio al tabacco in tutti i modi, ma nessun tentativo è andato a segno. Ultima spiaggia: la sigaretta elettronica. Perché no?

I partecipanti sono stati reclutti dal Centro Antifumo diretto dal dottor Fabio Beatrice. Visite iniziale accurata con test del monossido di carbonio nell’espirato per capire quante scorie tossiche da combustione avvelenavano giorno dopo giorno i polmoni e dai polmoni il sangue, fino a cuore e cervello. Quindi a chi ha aderito è stato regalato uno starter kit, ricambi e liquidi gratisi per tutta la durata della sperimentazione. L’affare più grande l’hanno fatto i polmoni.

Già dopo il primo mese di studio, il 74% dei partecipanti utilizzava la sola sigaretta elettronica, un 18% fumava sia la sigaretta elettronica che una –cinque sigarette normali e solo un 8% dei partecipanti continuava a fumare le normali sigarette. – spiega Beatrice – Chiaramente i fumatori di elettronica e i fumatori misti presentavano un valore di monossido di carbonio nell’espirato significativamente più basso, raggiungendo i livelli cosiddetti normali (0,3-0,5%) presenti nella popolazione non fumatrice”.

Come a un giro d’Italia, alla tappa intermedia si è visto chi è rimasto in sella. “Dopo quattro mesi dall’inizio dello studio, un 50% dei partecipanti allo studio usava esclusivamente la sola sigaretta elettronica, un 24% si dichiarava fumatore misto ed un 26% tornava ad essere fumatore di sole sigarette di tabacco”, afferma Roberta Pacifici, Direttore dell’Osservatorio Fumo Alcol e Droga dell’Iss. C’è di più. Non solo tutti i gruppi hanno ridotto il numero di sigarette fumate, ma quando gli scienziati dell’Iss hanno ripetuto il test del monossido di carbonio si sono accorti che in 4 mesi i polmoni erano tornati a respirare.  Merito della “diminuzione significativa, anche nei fumatori puri, del monossido di carbonio nell’espirato – dice ancora Pacifici – e pertanto una significativa dell’indicatore di danno polmonare”.


Di Cosimo Colasanto

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