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La super tassa sulle sigarette elettroniche
o il coefficiente del terrore?

4 Ottobre 2013 in Notizie
Estratto della tabella a cura di Happy Smoker

Ricaricare i prezzi alla vendita più del doppio. È l’effetto della supertassa decisa dal Governo che costringerebbe i rivenditori di sigarette elettroniche ad applicare sui loro prodotti prezzi fuori mercato. Circola su Internet e sui social network uno schema riassuntivo che propone un semplice calcolo algebrico per fornire il quadro completo del terremoto prodotto dalla legge 99/2013. Prezzi più che raddoppiati, se si volessero mantenere inalterati i margini e i guadagni. In pratica la tassa del 58,5% porta a moltiplicare ogni prodotto per 2,41, con un “prima” e un “dopo” a distanza abissali. Il coefficiente che vuol dire la fine del settore.

Vediamoli, allora, questi conti “impossibili”. Si parte da un liquido da 10 ml. “Se prima lo vendevi a 6 euro – spiega la tabella – dopo dovrai venderlo a 14,5 euro”. Va da sé che si tratta di un prezzo insostenibile per un mercato già allo stremo per le campagne mediatiche anti-sigaretta elettronica e che non potrebbe lontanamente competere con i prezzi degli e-shop online. Il mercato è comunitario, anzi globale, e le merci viaggiano comodamente via posta, ormai a prezzi di spedizione concorrenziali, spesso pari a zero: due clic e non c’è neppure il fastidio di uscire da casa. Lo schema è impietoso. Ancora di più se si prende il prezzo all’origine, altino in verità, di un Big Battery Top: si passerebbe da 240 euro a 578,3. Difficile pensare che uno svapatore evoluto abbia il desiderio di accaparrarsi un vaporizzatore che costa quanto un Tv o due iPad.

Passando a prodotti di maggiore consumo, un kit doppio “appesantito” dalla tassa passerebbe dagli attuali 70 euro a circa 170 euro. Per un ex-fumatore con le dita ingiallite di fumo che volesse passare all’elettronica si tratta di una svolta tutt’altro che indolore, soprattutto in tempi di crisi. Difficile che si riesca a convincere un tabagista che passare alla sigaretta elettroniche gli procurerà più di qualche guadagno, anche economico. Sugli atomizzatori non va meglio. Sia che si prenda un CE4 che un CE6, i prezzi schizzano verso le stelle: rispettivamente tra 20 e 30 euro. E quando la batteria si esaurisce? Bisogna, sempre secondo lo schema, mettere in conto un esborso che va dai 36 euro di una 650 mAh agli esorbitanti 65 euro di una varivolt 900 mAh. Già si immaginano costruttori di batterie fai-da-te e di “simil-accrocchi” per alimentare l’e-cig alla rete elettrica domestica. Insomma, scenari da brividi.

Che vadano o meno così le cose, la tassa che ha ancora una data di debutto, 1 gennaio 2014, diventerebbe la pietra tombale per il settore. La previsione è da incubo. E non a caso la tabella del terrore si chiude con un invito: “Sveglia!”


Di Cosimo Colasanto

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