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E il Tar si svapò la Tax: La vittoria dell’e-cig? Dedichiamola a quei ragazzi in piazza

4 Aprile 2014 in Leggi e normativeNotizie
Foto: Ansa

C’è un’immagine che non si può dimenticare di questa battaglia infinita (e assurda): i ragazzi che con chitarra e sigaretta elettronica hanno presidiato giorno e notte piazza di Montecitorio nei giorni “caldi” della protesta contro il Decreto Iva e Lavoro. Per loro il Decreto era un maledetto anagramma: “Via il lavoro”. Oggi questa prima vittoria andrebbe dedicata anche a loro, e alle migliaia di manifestanti che hanno animato la lotta (civile e responsabile) a Roma, a Milano, a Firenze e nel resto d’Italia, e a quelli, soprattutto, che hanno dovuto arrendersi, abbassare la serranda, dire addio all’attività. L’ordinanza con cui il Tar del Lazio ha sospeso le norme del DM 15.11.2013, quindi la tassa, annunciando il rinvio alla Consulta di tutto il testo è anche la vittoria dei produttori e di Anafe. Bisogna dare atto ad Anafe di aver tenuto dritta la barra, anche quando il vento della protesta rischiava di far sbandare la nave. La via amministrativa non è stata una resistenza passiva, come qualcuno sosteneva. E ha dato i suoi frutti. Ma come si è arrivati fin qui? Ecco fatti e date di questa lunga battaglia.

Aprile 2013: l’inizio dell’attacco. L’ex sottosegretario all’Economia Alberto Giorgetti (Pdl) e Ugo Sposetti (PD) depositano un emendamento al decreto sui pagamenti Pa che assoggetta le sigarette elettroniche ad una tassazione del 58,5% e ne limita la vendita nei tabacchi.

Giugno 2013: inchieste velenose. “Il Salvagente” pubblica un’inchiesta dal titolo: “Veleni incontrollati. Piombo, cadmio, arsenico… è quello che abbiamo trovato nei liquidi per sigaretta elettronica”.

Giugno 2013: la tassa anche sui cavi Usb. Il 28 del mese pubblicato in gazzetta ufficiale il DL 76/2013 che impone la tassazione a partire dal 1° gennaio 2014: la mega-tassa non colpisce solo i prodotti a base di nicotina, ma anche carica-batteria, cavetti Usb e custodie.

8 luglio 2013: bandiere e slogan contro il governo. Una grande manifestazione viene organizzata a Roma, in piazza di Montecitorio per protestare contro la maxi-tassa. Gli operatori si sono dati appuntamento sotto le finestre del Parlamento al grido di “Noi non siamo fumo”. La protesta continua nelle settimane successive con il presidio della piazza da parte di alcuni coraggiosi esercenti.

29 luglio: vietate a scuola. Pubblicata sulla Gazzetta ufficiale l’ordinanza del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin che ribadisce il divieto di vendita delle sigarette elettroniche con nicotina ai minori di 18 anni e ne vieta l’utilizzo a scuola. L’ordinanza è entrata in vigore il 30 luglio 2013 ed ha efficacia un anno.

23 agosto: la tassa diventa legge. La tassa entra ed esce dalla legge, ma alla fine, entra in vigore così com’è nella legge di conversione (l. 99/2013) del contestatissimo decreto Iva e Lavoro. All’articolo 11 comma 4 si indicano i tempi della disciplina per i produttori rinviata al decreto del Ministro dell’economia e delle finanze da adottarsi entro il 31 ottobre 2013.

Settembre e ottobre: lo sboom. I timori per la tassa gettano nel panico gli operatori. Il prelievo fiscale nei calcoli del governo avrebbe dovuto garantire 117 milioni di euro, ma le stime sulla contrazione del mercato – un terzo dei negozi avviato alla chiusura e quasi 1.000 lavoratori in mobilità – indicano chiaramente che quel gettito non ci sarà.

Novembre – Dicembre: confusione al Ministero. Tassa e disciplina entrano in vigore dal 1 gennaio, ma fino a dicembre non c’è traccia dei regolamenti. Attesi per la fine di Ottobre, arriveranno soltanto il 7 dicembre. La Corte dei Conti storce il naso ed esprime perplessità sia sul ritardo di emanazione sia sulla procedura di autorizzazione, stigmatizzando l’effetto tamponamento con l’entrata in vigore della tassazione.

Gennaio 2014: la battaglia sembra persa. Entra in vigore la tassa, ma l’Amms dà tempo di smaltire le scorte con la sola imposizione dell’Iva al 22%. Solo due le aziende, infatti, risultano autorizzate alla fornitura di prodotti per e-cig. Intanto il Tar esamina il ricorso presentato da Flavourart s.r.l., Smooke s.r.l., Smart Evolution Trading s.r.l., Arbi Group s.r.l. (e ad adiuvandum: Fiesel-Confesercenti e Federcontribuenti Italia).

21 gennaio: primo round. Il Tar del Lazio sospende il regime autorizzativo. Troppo poco il tempo dato dal ministero alle aziende per entrare nel regime dei depositi. Tuttavia, precisa in una nota l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, la tassa di consumo del 58,5% resta.

12 Febbraio 2014: decreto in 24 ore. Nelle more della decisione del Tar, il ministro uscente dell’economia, Fabrizio Saccomanni, firma un nuovo decreto il 12 febbraio, che modifica i tempi (irragionevoli) della verifica sulle aziende e sulla registrazione dei Depositi fiscali. La verifica verrò condotta ex-post per superare le eventuali obiezioni del Tar, di cui si attende la pronuncia per marzo.

26 febbraio: l’Ue partorisce la direttiva. Via libera definitivo del Parlamento europeo alla nuova direttiva europea sul tabacco.  Le nuove regole non si applicheranno alle sigarette elettroniche medicinali (come da direttiva 2001/83/CE) o ai presidi medici (direttiva 93/42/CEE), ma interesseranno tutte le sigarette elettroniche di consumo immesse sul mercato dell’Ue. I prodotti che non contengono nicotina non rientrano nel campo di applicazione della Direttiva.

2 Aprile: secondo round e prima vittoria. Il Tar del Lazio conferma la sospensione cautelare dell’imposta del 58,5% sul prezzo di vendita delle sigarette elettroniche e dei prodotti accessori. Stop anche al regime autorizzatorio. La vittoria si concretizza soprattutto nella decisione di rimettere all’esame della Corte Costituzionale le norme del DM 16.11.2013 relative alle e-cig.

Fin qui la cronistoria di questo anno. Gli scenari? Come tutte le sentenze di organi amministrativi fa “stato tra le parti”, ma vista la portata della censura del Tar è già applicabile a tutte le aziende ed è molto probabile che la Corte Costituzionale ripartirà da qui. Accorgendosi, uno, due o tre anni dopo, che gli operatori e i vapers avevano ragione.


Di Cosimo Colasanto

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