L’invasione delle ultrasigarette: l’allarme dell’esperto
Avrà la stessa agevolazione dei liquidi delle sigarette elettroniche, vale a dire il 60% di sconto sulle accise delle sigarette convenzionale. È partita in grande stile e con il sostegno fiscale dello Stato l’avventura delle ultra-sigarette, l’iQos che Philip Morris International testerà sin dalle prossime settimane sui consumatori di Milano e del suo hinterland (leggi anche Monza) e nella città di Nagoya, in Giappone, dove materialmente la multinazionale americana produce l’hardware: un specie di grande accendisigari portatile che possiede una lama di platino ricoperta di ceramica in grado di scaldare, senza arrostirli, gli stick di tabacco. Prezzo del pacchetto da 20 filtrini 5 euro, 70 euro per l’hardware. Philip Morris punta a una crescita dal 4 al al 6% del fatturato, risposta alla contrazione globale del numero di fumatori e alla crescita della tassazione che preme su utili e dividendi per gli azionisti. Il prodotto non ha combustione e non produce cenere, dicono dal quartier generale italiano. I manager di PM parlano espressamente di “rischio potenzialmente ridotto”, ma ammettono che mancano dati sanitari che arriveranno solo “quando avremo completato gli studi clinici”. Il test sui consumatori milanesi, naturalmente, non fa parte di questo studio sugli effetti delle ultrasigarette: ci sono stati già 10 anni di ricerche, affermano i vertici della multinazionale, costati quasi 2 miliardi di dollari.
Ma adesso queste ricerche decennali finiscono sotto la lente degli esperti. Quegli studi, infatti, non hanno evidenziato un problema che un esperto italiano, Carlo Cipolla, cardiologo dell’Istituto Europeo di Oncologia, rilancia dalle pagine del settimanale Famiglia Cristiana. “Per lo studioso italiano il rischio è tutt’altro che potenzialmente ridotto. Sono terrorizzato, perché è ipotizzabile che i ragazzi ci metteranno dentro di tutto”, continua l’esperto secondo il quale la positività dell’idea di partenza, vale a dire realizzare “un prodotto ‘antifumo’” si scontra con le possibili e fantasiose modalità d’uso. “Quello è uno strumento di morte”, taglia corto Cipolla. Con questa sigaretta si “offre uno strumento che dà combustione a 350 gradi anziché 900”, afferma Cipolla che continua così il suo ragionamento: “quindi, si immagini i ragazzi cosa possono metterci dentro”. Risposta: “tutto quello che è fumabile”.
Cipolla lavora nell’Istituto fino a poco tempo fa guidato da Umberto Veronesi, sostenitore di spicco delle sigarette elettroniche. Molte delle affermazioni a favore della sigaretta elettronica di Veronesi si basano proprio sugli studi di Cipolla, tra i primi a dimostrare che le sigarette elettroniche possono salvare vite umane: i suoi studi si sono focalizzati da subito sul grande aiuto che sigarette elettroniche senza nicotina possono dare ai fumatori obbligati a dover abbandonare drasticamente il tabacco per questioni di salute. Ciò non ha impedito al medico di italiano di puntare l’attenzione sui rischi legati agli abusi e agli usi scorretti della nicotina.
Con le ultrasigarette, secondo Cipolla, gli scenari della lotta al tabagismo cambiano in peggio perché “è un contenitore in cui si può inserire quello che si vuole nella quantità che si desidera”. Anche sostanze proibite o potenzialmente pericolose.
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